TOPOLINO - l'enfant de maquillage





Con questo nome d’arte molto particolare, Topolino è di certo uno dei make up artist da conoscere e studiare approfonditamente, tanto quanto ogni aspirante pittore deve conoscere Raffaello o Rubens.
Di lui non si conosce il vero nome ma sappiamo che è nato a Marsiglia il 24 gennaio 1965.
Durante una gita a Parigi, all’età di 11 anni, rimane talmente ammaliato dalla città, da decidere che quella diventerà un giorno la sua città.
A 16 anni, lasciata la scuola, intraprende gli studi di estetica iscrivendosi ad una scuola di fashion styling e lavorando contemporaneamente anche come apprendista parrucchiere. E’ un periodo molto importante per la sua formazione poiché l’anno seguente incontrerà i signori Ollier che lo accoglieranno sotto la loro ala presso L’Atelier Parallèle, dove imparerà manicure, make up, hairstyling, hairdressing ed estetica, il tutto continuando a frequentare il corso di fashion styling...quanto impegno e dedizione per un ragazzo di appena 18 anni!
Introdotto piano piano in questo mondo, tra l’83 e l’84 Topolino inizia a collaborare con giovani registi di Marsiglia, uno tra tutti Jean Cocteau, nella realizzazione di corto e medio metraggi e di produzioni teatrali, ma anche a partecipare a sfilate nel Sud della Francia ed a set fotografici: è questo il periodo in cui decide che il make up sarà il suo settore di specializzazione, già guardando agli shooting fotografici con maggiore e particolare interesse.
Nel 1984 finalmente Topolino arriva nella tanto sognata Parigi!

  

Come sempre avviene quando qualcosa deve accadere, questo periodo è assolutamente perfetto per lui per giungere nella capitale della moda: casualità o no, proprio il giorno dopo il suo arrivo viene ingaggiato per un set fotografico in studio e da subito inizia a lavorare e collaborare con giovani fotografi per test e ritratti fino a realizzare la sua prima foto (in bianco e nero) pubblicata su L’Officiel.

  


Tanti artisti e personaggi di spicco dello Star System americano ed europeo gravitano nella capitale francese a metà degli anni Ottanta: un famoso locale che frequenta anche Topolino, Le Palace, ospita normalmente personalità come Grace Jones, Prince, Andy Warhol, Serge Gainsbourg, Jean-Paul Goud, Karl Lagerfeld, tanto per fare alcuni nomi.. Che periodo!
Ogni decade possiede le sue mode e i suoi stili, ogni decade ridefinisce l’arcata sopraccigliare o come incurvare le ciglia o rimpolpare le labbra, e così via..gli anni Ottanta sono un periodo più che pazzo e super fruttuoso per la moda in cui il “chip” e lo “chic” diventano un tutt’uno, si mixano epoche e culture in modo indistinto, si osa con i colori e con i volumi (basti pensare alla già citata Grace Jones..e se non sapete chi è..non vi preoccupate perché in futuro vi parlerò anche di lei!).
Nell’85 collaborerà per sei mesi con la nota agenzia artistica Yannick D’Ys ma già tra l’86 e l’87 sarà invece con la Backstage incontrando Paolo Roversi, incredibile fotografo ravennate che abita nella capitale francese dal 1973, iniziando a lavorare anche con lui.
Da qui la sua carriera è in perenne ascesa ed è make up artist fisso per la rivista 20Anse conosce il fotografo Satoshi con il quale realizzerà il famoso occhio fiorito (che si ritrova poi in copertina di Make Up Games del 2002). 

 

Da li una pioggia di set fotografici con nomi tipo Ellen Von Unwerth, Denis Chapouillè e Stéphane Sednaoui e, non da ultimo, avviene anche il primo incontro con Pierre et Gilles.
Inizia a lavorare con Klaus Wickrath per la rivista Femme.
Alla fine dell’88 incontra Jean-Baptiste Mondino e i due iniziano a lavorare assieme al progetto The Face.
Sempre nel 1988 Topolino inizia a cimentarsi anche con la scultura (attività che continuerà fino al 1991) riuscendo ad esporre il suo lavoro a Marsiglia ma anche al Grand Palais a Parigi durante la mostra degli artisti indipendenti.
Nel 1989 Topolino incontra Bettina Rheims e nello stesso anno iniziano a lavorare assieme a Londra fino ai primi anni Novanta per il progetto editoriale della fotografa intitolato Les Espionnes.
Gli Anni Novanta, a differenza degli Ottanta, si tingono di non-colori come il nero-bianco-grigio-beige e danno alla luce il genio e lo stile minimale di Giorgio Armani, il quale asciuga e trasforma la donna in una figura decisamente più androgina e pulitissima, vestendola con giacche senza forma e senza le spalline gonfie e imbottite della decade precedente. Lo stile grungesi impone altrettanto fortemente, caratterizzato da quadrettature stile scozzese e taglie oversize con jeans strappati che fanno l’occhiolino ai punk degli anni Ottanta. Vanno forte le uniformi e si avverte un profumo di internazionalità chic percependo davvero che il mondo inizia (finalmente) ad essere un tutt’uno, scambiando tendenze da ogni luogo e mischiandole, come insegnavano già gli Ottanta, ma non più con un’allure esotica bensì in un vero e proprio meltin pot. In poche parole, la moda non è più il mero abito in sé e per sé, ma diventa un modo di portare l’abito, di muoversi, di truccarsi e pettinarsi, la moda ora è ovunque! Come se non bastasse, piercing e tatuaggi si trasformano in simboli di appartenenza da far vedere ed esibire e i ribelli diventano i grandi protagonisti: da Alexander McQueen a Jean Paul Gaultier, sono questi i nuovi guru della moda, che vestono gli uomini come donne e portano i freak sulle passerelle delle proprie sfilate in contrapposizione con le grandi top model che in questi anni emergono. Le “Big Six” Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Cindy Crawford, Naomi Campbell, Kate Moss ma anche Christy Turlington, Helena Christensen, Carla Bruni, Monica Bellucci, Kristen McMenamy e altre...ed ecco che il make up diviene un modo di indossare un’abito, da uno show ad un altro, sempre diverso e sempre più stravagante, creato non per durare ma perché bellissimo e fotogenicamente incredibile!
Topolino vive tutto questo e contribuisce a crearlo.

  
A Londra, dove dai primi anni Novanta inizierà a lavorare, incontrerà Judy Blame e tutta la generazione dei giovani fotografi inglesi, da Jurgen Teller, Corine Day, David Sims, Marc Le Bon ad Eddie Moonson, Glen Lunchford, Nina Schulz e Tony Kay.
Alla fine del ‘91 egli stesso dirige un cortometraggio di dieci minuti in bianco e nero su una base musicale di Maurice Ravel e passa metà dell’anno a Los Angeles con la Rheims lavorando su ad un progetto della fotografa sulle attrici di Hollywood.
Nel 1992 Topolino, Lionel Bouard e Barnabé fondano l’agenzia Velvetoffrendo una piattaforma creativa anche ad altri artisti del make up come Pascale Guichard, Alice Gendhri, Greshka, Fred Farrugia, Dalila, James Kaliardos e ad hairstylist come Nicla Jurnjak, Carlos, Clovis e Fouad: purtroppo questo progetto dura solo fino al 1996, anche se Topolino e Bouard continueranno a lavorare assieme anche dopo.
Nel 1993 uscirà il lavoro Kim” sviluppato con Bettina Rheims e lo stesso anno Topolino incontrerà Fred Sathal e Philip Treacy mentre l’anno seguente inizierà il suo lavoro con Thierry Le Goues.
Anno pazzesco il 1995 per Topolino: da febbraio a maggio il museo marsigliese della moda lo omaggia con la mostra intitolata “Make-up”incentrata esclusivamente sul suo lavoro dall‘85 ed avviene anche l’incontro e l’inizio della collaborazione sia con Peter Beard che con Helmut Newton; inoltre riceve il Fashion Award come miglior make up artist.
Nel 2000 prende parte alla mostra La Beautéad Avignone e nel 2002 pubblica il suo libro “Make-up Games”e la sua mostra Starsviene aperta a Marsiglia e al museo della moda di Parigi.

  




Topolino si presenta sempre fedele a se stesso e sembra un ragazzino, pur avendo ormai più di cinquant’anni: magrolino, cappello in testa, t-shirt di Mickey Mouse (Topolino in italiano, come sappiamo), piercing a metà del setto nasale e spiccatissimo accento francese.La grandezza di questo personaggio è pari a quella di non essere un semplice Make up Artist (per quanto possa essere facile essere un make up artist..ironizzo..) ma è un vero e proprio artista che, come abbiamo visto sopra, si cimenterà anche con la scultura ottenendo pure un discreto successo.
Egli porta la sua arte in mondi non contestualizzabili e in epoche o regioni non definibili, traendo ispirazione dalla sua immaginazione del suo mondo da bambino, fatta di clown, elfi, trolls, cartoni animati e fumetti, da fiabe e leggende.
Questo stare nel mondo fanciullesco gli dona una creatività senza fine che si rinnova di giorno in giorno, come il suo occhio fiorito scattato da Satoshi a metà degli anni Ottanta e di cui abbiamo già parlato.

Il suo modo di lavorare, lontano da brand o materiali ricercati, attrae fin da subito il patinato mondo della moda dei sofisticati anni Novanta. E’ infatti proprio vero che Topolino ha il più piccolo kit di sempre, della grandezza di un fazzoletto ed è meraviglioso come egli lavori con tutti i brand senza dare bado se definiti “alti” o “bassi”, eccezion fatta per la vaselina, sua arma segreta, che deve essere del brand Americana, la migliore a detta sua per far aderire i glitter, che lui usa davvero tantissimo nei suoi design.
Il suo stile inconfondibile, così genialmente semplice, pulito, originale e diverso, lo porta a lavorare con professionisti del calibro dei già citati Jean Baptiste Mondino, Pierre et Gilles, Bettina Rheims, Peolo Roversi ma anche con Mario Testino, Annie Leibovitz, Norbert Schoerner ed Annett Aurell realizzando make up per set fotografici, video musicali, pubblicità e sfilate.
Topolino è presente ovunque! Magazine come Glamour, The Face, Femme, Arena, Interview, ID, Vogue, Vogue Homme International, L’Officiel, W, Citizen K, Jalouse, Jill, Delicia Vitae e in sempre di più vengono sedotti dal suo mondo. 
Topolino non ha limiti, tanto quanto la sua creatività: ecco dunque che la pelle diviene una tela, così come il viso e il corpo, futuro emblema degli anni Novanta.

  

La sua grandezza è lavorare con materiali semplici in modo inaspettato, ricreare segni basici ponendoli in luoghi anticonvenzionali, sfruttare i già esistenti volumi del corpo e del viso manipolandone la fisionomia per creare fantastiche trasformazioni che vanno al di là della semplice bellezza, realizzando un mix tra mitologia e cultura del fumetto: il disegno di un cerotto, qualche accessorio beauty fatto in casa, una lacrima finta all’angolo dell’occhio di Björk delle orecchie a punta, un naso rosso da Clown o delle unghie glitterate ma taglienti come Crudelia Demon della “Carica dei 101”
Tatuaggi da carcerato diventano decorazioni effimere, disegnate direttamente sulla pelle con una semplice penna a sfera e una pennellata di colore fuxia data su uno zigomo nero diventa protagonista di una foto close-up, combinazione di body painting e arte pittorica, quintessenza della moda.
Topolino è il maestro della trasformazione, il campione della bizzarria, il re del paradosso, il virtuoso del sublime. Predilige i colori primari, il bianco e il nero e a volte anche l’argento. Per quanto strani i suoi concept possano sembrare, sono indubbiamente esteticamente belli ed hacosì definito uno stile di make up che ad oggi è fonte di ispirazione per molti, me compresa: magari non ce ne rendiamo conto..ma Topolino ha sicuramente anche influenzato il trucco che indossiamo ogni giorno, anche se in modo più soft. 

  

Con il suo umorismo riesce addirittura a portare in auge magazine che non si occupano prettamente di moda. E’ talmente avanti che, usando l’autoabbronzante su un torso maschile, ricrea la forma del bikini già come per suggerire la natura ambigua della sessualità odierna.
Ma Topolino non è solo questo: egli si diverte certamente ad eccedere trovando infiniti pretesti per trarne piacere, trasformando a cuor leggero una mucca in una suadente bionda, o “truccando” delle piante di cactus, o applicando spine di rose ad un orecchio per poi ricoprirlo tutto d’argento, ma sa anche rinunciare agli eccessi surrealisti per concentrarsi sulla ricerca del bello ed in questo percorso l’arte gli dona le ali: Lucio Fontana lo ispira alla purezza della scarificazione, mentre Yves Klein porta la magica opposizione di blu e oro. 

  

Topolino è la prova che il corpo, libero dalla sua dipendenza dagli abiti e dalle idee preconcette, è una delle frontiere finali per la libertà e la creatività.

Ecco dunque che Topolino può essere definito non tanto un make up artist ma un vero Artista del Make Up Artist che ha inventato miriadi di soluzioni che si vedono riproposti e reinterpretati da giovani, così come da esperti e maturi make up artist in tutto il mondo, introducendo nuovi design, nuovi concetti, nuovi materiali, nuovi modi di usare quei materiali e dunque è in assoluto uno dei professionisti del trucco che va assolutamente conosciuto, studiato e ammirato!



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